Affari

PNNR – Il piano Nazionale di Ripresa Resilienza. 2022, facciamo il punto.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro, costituito per circa la metà da sovvenzioni, concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica. La principale componente del programma NGEU è il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility, RRF), che ha una durata di sei anni, dal 2021 al 2026, e una dimensione totale di 672,5 miliardi di euro (312,5 sovvenzioni, i restanti 360 miliardi prestiti a tassi agevolati).

L’Italia è fra i paesi europei con il maggior beneficio assoluto, nell’ambito di questa iniziativa europea. Il PNRR avrà un impatto significativo sulla crescita economica e della produttività. Il Governo prevede che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto a uno scenario di base che non include l’introduzione del Piano. 

Il Piano si configura come una reale e concreta modernizzazione del Paese Italia, capace di coinvolgere operativamente le imprese di ogni dimensione in una nuova fase di sviluppo economico. Esso pertanto rappresenta forse la più importante opportunità degli ultimi decenni per sviluppare l’economia italiana a 360°, nel contempo offrendo un quadro normativo stabile, capace di attrarre attenzione e ulteriori investimenti esteri verso l’Italia, avviando così una concreta fase di sviluppo economico come l’Italia ha già conosciuto nel suo passato.

Il Piano, a differenza di passate iniziative che in taluni casi hanno dimostrato dispersività e difficoltà nell’erogazione delle risorse alle imprese, si configura con il PNNR come più diretto ed efficace. Infatti il Piano economico prevede una responsabilità diretta dei Ministeri e delle Amministrazioni locali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme di cui sono i soggetti attuatori entro i tempi concordati, e per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse. Insieme al Piano economico sono infatti previste una serie di riforme, per facilitare la fase di attuazione e più in generale contribuire alla modernizzazione del Paese e rendere il contesto economico più favorevole allo sviluppo dell’attività di impresa. Le riforme essenziali sono quelle della Pubblica Amministrazione, della Giustizia, Interventi di semplificazione orizzontali, ad esempio in materia di concessione di permessi e autorizzazioni e appalti pubblici, per garantire la realizzazione e il massimo impatto degli investimenti, Riforme per promuovere la concorrenza.

Fonte: https://www.mef.gov.it –  Next Generation EU – Dispositivi e risorse disponibili, miliardi di euro

Il Piano di Ripresa e Resilienza presentato dall’Italia, prevede investimenti e un pacchetto di riforme per 191,5 miliardi di euro di riforme, finanziate attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e per 30,6 miliardi finanziati attraverso il Fondo complementare istituito con il Decreto Legge n.59 del 6 maggio 2021 a valere sullo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile 2021. Il totale dei fondi previsti ammonta a di 222,1 miliardi. In aggiunta sono stati stanziati entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche e per il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione. Nel complesso l’Italia potrà quindi disporre a livello nazionale di circa 248 miliardi di euro. Si aggiungono infine le risorse del programma REACT-EU che, come previsto dalla normativa UE, devono essere spese negli anni 2021-2023. I fondi ammontano a circa ulteriori 13 miliardi.

Il Piano prevede 3 assi strategici di portata europea:
digitalizzazione e innovazione
transizione ecologica
inclusione sociale.

Il Piano pertanto si sviluppa su 6 missioni d’investimento, che elenchiamo qui di seguito.

  1. Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”: stanzia complessivamente oltre 49 miliardi (di cui 40,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,7 dal Fondo complementare) con l’obiettivo di promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.
  2. Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”: stanzia complessivi 68,6 miliardi (59,5 miliardi dal Dispositivo RRF e 9,1 dal Fondo) con gli obiettivi principali di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva.
  3. Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”: dall’importo complessivo di 31,5 miliardi (25,4 miliardi dal Dispositivo RRF e 6,1 dal Fondo). Il suo obiettivo primario è lo sviluppo di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile ed estesa a tutte le aree del Paese.
  4. Istruzione e Ricerca”: stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro (30,9 miliardi dal Dispositivo RRF e 1 dal Fondo) con l’obiettivo di rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
  5. Inclusione e Coesione”: prevede uno stanziamento complessivo di 22,6 miliardi (di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo RRF e 2,8 dal Fondo) per facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale.
  6. Salute”: stanzia complessivamente 18,5 miliardi (15,6 miliardi dal Dispositivo RRF e 2,9 dal Fondo) con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.